26 novembre 2008

Sport Donne: solo doveri e rinunce

L'Italia dello sport vince con le donne, che però non ricevono quanto danno da questo mondo. Ad evidenziare problemi e rinunce che derivano dalla scelta di essere atleta sono state Antonella Bellutti e Giovanna Trillini nel corso della seconda edizione di 'Donne e Sport Day', evento dedicato alla conoscenza dello sport femminile promosso dall'assessorato alla cultura, spettacolo e sport della Regione Lazio. "Parlare di pari opportunità non basta. Professionismo e dilettantismo sono due mondi completamente diversi - ha spiegato l'ex ciclista azzurra - che portano a stili di vita differenti. L'alto livello richiede abnegazione totale e l'impossibilità di dedicarsi ad altro, ma non ti fornisce garanzie per il futuro. Essere donna, poi, amplifica tutto per questioni prettamente biologiche, ma anche sociali. E il fatto di non essere mai considerate professioniste, perché le federazioni che riconoscono questo status sono solo sei e solo maschili; è per questo che molte atlete devono dire grazie ai corpi militari. L'unica cosa che serve è proporre e approvare una legge che regoli il dilettantismo".
"A 38 anni sono ancora ad alti livelli e mi sento fortunata - ha sottolineato l'olimpionica di scherma - perché la mia federazione ha applicato una parità di trattamento tra attività maschile e femminile. Certo, si è arrivati a questo punto soprattutto grazie ai risultati ottenuti dalle donne della scherma che, nel corso degli anni, hanno superato gli uomini".

fonte: www.repubblica.it
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