5 gennaio 2010

Calcio - in Angola la Coppa d'Africa 2010

L'Africa? Non esiste. Anzi, ne esistono almeno 4. La pensava così Ryszard Kapuscinski, il massimo inviato di guerra del Novecento. Uno che l'Africa la conosceva bene. C'era andato per la prima volta, da corrispondente dell'agenzia polacca Pap, nel 1957. L'anno della prima Coppa d'Africa. E certo non poteva sapere che quella prima, sommaria suddivisione avrebbe avuto, negli anni, una declinazione anche calcistica al di là degli immaginifici soprannomi: i Leoni Indomabili del Camerun, gli Elefanti ivoriani e le tante Aquile: del Mali, le Super della Nigeria o di Cartagine della Tunisia, le Black Stars ghanesi e via fantasticando.

Le 4 Afriche del pallone - Anche nel calcio, infatti, di afriche ce ne sono almeno 4. C'è il calcio spezzettato e molto "europeo" del Maghreb - tecnico, rissoso in Marocco e Tunisia, solido e organizzato in Egitto; quello del Golfo di Guinea, forte e nero: Costa d'Avorio e Ghana, ma anche Togo e Benìn, Nigeria e Camerùn, Ghana; quello - in disarmo e senza tradizione - del Corno d'Africa; quello, inestricabile come le sue foreste, dell'Africa del Sud. Che non significa Sud Africa, un caso troppo a parte, pre e dopo Apartheid, per essere incasellabile. Un calcio che ad Angola 2010 non ci sarà: un paradosso tutto africano per chi organizzerà, a giugno, il primo Mondiale africano.

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