10 giugno 2010

Gli allenatori più antipatici del Mondiale 2010 - la classifica di Repubblica

Doveva essere una "coppa dépliant", una specie di pieghevole pubblicitario per affermare l'apertura e la voglia di mondo dell'Africa: peccato che molti allenatori e giocatori non siano aperti per niente, e abbiano solo voglia di starsene tranquilli. In alcuni casi è una legittima richiesta per lavorare in santa pace, altre volte è un puro esercizio di antipatia. Debole il confine tra i due territori.

Il mondiale ospita antipatici storici (Capello) e dell'ultima ora (Maradona: sempre stato bizzarro e scomodo, ma antipatico no: allena pure con il sigaro in mano, dài...), e il tema è sempre lo stesso: la blindatura delle squadre. Fabio Capello ha scacciato i fotografi perché stavano facendo troppo gli inglesi ("Qui siamo in Sudafrica, fotografate solo al campo!"), e avevano puntato gli obiettivi verso gli spogliatoi. O forse erano soltanto troppo vicini all'erba, e questo infastidisce don Fabio. Anche se i fotografi sono lì per lavorare, trasportano chili di materiale e diventano gli occhi dei tifosi; chi tratta male loro, indirettamente sbatte la porta in faccia al pubblico.

Invece la bella pensata di Maradona è l'intervista in ordine alfabetico: dalla prima conferenza-stampa, si presentano i calciatori con il cognome che comincia per A e per B e via di seguito. L'attesa di Messi, a questo punto, calcolatela voi. Zanetti per fortuna non c'è. Il ct dei tedeschi, Loew, se l'è presa con le vuvuzelas, le famigerate trombette che darebbero fastidio alle sensibili orecchie teutoniche. In effetti è un accompagnamento acustico da neurodeliri, ma è come se a Napoli ci si mettesse a fare la guerra alla pizza.

Il tema del segreto da custodire è caro a parecchi allenatori, compreso Lippi che già alla Juventus stendeva teloni protettivi (a volte, col buco) e in nazionale si conferma piuttosto rigido. Poi, in un modo o nell'altro, gli schemi provati dietro le lenzuola si vengono comunque a sapere. E' un gioco delle parti. Persino il Brasile è diventato introverso, dopo decine di mondiali in cui parlavano tutti e sempre, e tutti erano disponibili per chiunque col risultato di mischie selvagge, però si trattava di un ottimo esercizio di democrazia giornalistica. Ora le interviste sono razionate, e decide la federazione chi parla e chi tace. Non sono contenti i tifosi e i colleghi brasiliani, soprattutto quelli delle mitiche radio: se gli togli le voci, gli levi l'ossigeno e l'allegria.

Tra gli antipatici honoris causa, ecco il francese Domenech: lui è sgradevole per talento naturale, non deve neppure sforzarsi, non è necessario che faccia chissà cosa, basta che parli. Cose da matti, invece, ogni tanto le combina Kim Jong-Hun, commissario tecnico della Corea del Nord che ad aprile ha abbandonato una conferenza-stampa dopo avere coperto d'insulti l'arbitro, e accusato i sudcoreani di avergli intossicato i giocatori con un trucco alimentare, anche se tra le due Coree purtroppo si è visto di peggio.

E questa è solo la punta dell'iceberg dell'antipatia. Purtroppo Mourinho si è dichiarato troppo giovane per fare il ct.

La nostra personale classifica degli antipatici:
1) Domenech
2) Capello
3) Loew
4) Dunga
5) Maradona

fonte: Repubblica.it
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