Niente uomini, niente specchi. Non è uno slogan post-femminista ma il claim di Activeline, l'ultimo arrivato tra i network di palestre per sole donne, che stanno riscuotendo grande consenso. In Italia la catena Curves ha già aperto 22 centri e altri pionieri hanno allestito palestre al femminile, luoghi dove signore di tutte le età e di tutte le taglie possono allenarsi e sudare in calzoncini corti e maglietta sformata, proferire imprecazioni, pesarsi e fare la sauna lontane da sguardi indiscreti. La privacy è al centro del successo di marketing di questa idea. Ma non è tutto. Cambiano il tipo di allenamento, i macchinari, il personale, gli obiettivi. Alle signore non interessa, o interessa meno, esibire muscoli da primato, basta tonificare, tenersi in forma, perdere l'adipe accumulato. Gli attrezzi hanno, o dovrebbero avere, dimensioni e contrappesi diversi, l'esercizio aerobico resta ma perde d'importanza rispetto a quello isometrico, le tecniche dolci e il relax, dallo yoga all'aquagym, salgono in classifica rispetto alle flessioni e ai saltelli. E gli allenatori, o meglio le allenatrici, sono in grado di capire tutto o quasi: i giorni più difficili e gli sbalzi ormonali, la tragedia di un chilo in più sulla bilancia e l'ansia della prova costume. Che l'allenamento debba essere dedicato lo conferma anche Giuseppe Vercelli, psicologo dello sport: "Nonostante la falsa competizione che arriva dai record mondiali, alle donne conviene un esercizio basato sulla resistenza e sull'empowerment piuttosto che sui risultati rapidi".
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