“Sono gli sciatori ‘over 40’, soprattutto maschi, i più a rischio di lesioni e traumi sulle piste. Questo perchè a quell’età si risente maggiormente di una mancata preparazione fisica. Dopo i 40 anni sarebbe bene concedersi 20-30 giorni da dedicare all’allenamento presciistico, con gli esercizi giusti eseguiti almeno tre volte a settimana”. Parola di Maurizio Ripani, docente di Anatomia presso l’università ‘Foro Italico’ di Roma specializzato in Medicina riabilitativa, che sottolinea come il periodo caldo dei traumi sugli sci ogni anno inizi a gennaio e si concluda a fine marzo.
“I bambini sono i meno inclini a farsi male in pista: sono più elastici, hanno riflessi pronti e il baricentro basso. Spesso dopo una caduta si rialzano senza problemi. Le donne in genere sono più prudenti degli uomini. E un discorso particolare riguarda gli ‘over 40’, che magari non si allenano prima della settimana bianca e continuano a comportarsi come quando erano più giovani”, dice Ripani.
“Le ginocchia, menisco e legamenti collaterali inclusi, ma anche le gambe e persino le braccia sono le parti del corpo più vulnerabili”. Dalle fratture alle sublussazioni, le discese in pista possono costare care. Mentre oggi per fortuna in molti si proteggono dal pericolo di un trauma cranico con il casco.
“Il problema maggiore è costituito dal ghiaccio, ma anche dall’alta velocità - ammonisce - per non parlare dei fuori pista. Con la neve fresca e non battuta, invece, al massimo si puo’ risentire di un affaticamento muscolare”. Se la preparazione “è fondamentale per non farsi male, occorre anche ricordare che dopo un trauma è importante seguire un’attenta e specifica riabilitazione: in questo modo si recupererà prima e meglio”, assicura.
fonte | qn.quotidiano.net
“I bambini sono i meno inclini a farsi male in pista: sono più elastici, hanno riflessi pronti e il baricentro basso. Spesso dopo una caduta si rialzano senza problemi. Le donne in genere sono più prudenti degli uomini. E un discorso particolare riguarda gli ‘over 40’, che magari non si allenano prima della settimana bianca e continuano a comportarsi come quando erano più giovani”, dice Ripani.
“Le ginocchia, menisco e legamenti collaterali inclusi, ma anche le gambe e persino le braccia sono le parti del corpo più vulnerabili”. Dalle fratture alle sublussazioni, le discese in pista possono costare care. Mentre oggi per fortuna in molti si proteggono dal pericolo di un trauma cranico con il casco.
“Il problema maggiore è costituito dal ghiaccio, ma anche dall’alta velocità - ammonisce - per non parlare dei fuori pista. Con la neve fresca e non battuta, invece, al massimo si puo’ risentire di un affaticamento muscolare”. Se la preparazione “è fondamentale per non farsi male, occorre anche ricordare che dopo un trauma è importante seguire un’attenta e specifica riabilitazione: in questo modo si recupererà prima e meglio”, assicura.
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