20 febbraio 2012

Paralimpiadi di londra 2012: prima l'atleta poi la disabilita'

Le Paralimpiadi di Londra 2012 si avvicinano, atleti disabili in tutto il mondo stanno producendo il loro massimo sforzo per conquistarsi un posto sul palcoscenico più importante per gli sport disabili.

I giochi paralimpici oggi sono diventati una importante vetrina per molti ragazzi e ragazze per conquistare visibilità, dignità e rispettabilità. Le paralimpiadi infatti sono un incredibile ed efficace modo per far conoscere lo sport per le persone disabili, che oggi più che mai, sono dei veri atleti, con prestazioni fantastiche, spesso ambiti dagli sponsor e che in alcuni casi riescono a fare proprio dello sport una ragione e una opportunità di vita.

Le origini delle Paralimpiadi risalgono a subito dopo la seconda guerra mondiale, quando un medico neurochirurgo tedesco, Sir Ludwig Guttmann, ebbe l'idea di organizzare la prima manifestazione sportiva ufficiale per persone con disabilità. Guttmann era di origine ebraica ed era fuggito dalla Germania nel 1939 per rifugiarsi in Inghilterra.

Nel 1944, il governo britannico lo incaricò di creare un centro per la riabilitazione dei reduci della guerra con lesioni spinali. Il centro sorse nella piccola cittadina di Stoke Mandeville, non lontano da Londra. L'impegno di Guttmann fu costante ma soprattutto innovativo per quei tempi: il neurochirurgo tedesco infatti era convintissimo che l'attività sportiva doveva avere una parte molto importante all'interno del programma di riabilitazione delle persone con lesioni spinali.

Nel 1948, parallelamente alle Olimpiadi di Londra, poco meno di venti persone parteciparono alla prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville, le future Paralimpiadi.
La disciplina principale fu il tiro con l'arco. Fu a Roma nel 1960 che i giochi per la prima volta si svolsero nella stessa sede delle Olimpiadi e proprio nella città eterna presero il nome di Paralimpiadi.

Da allora molta strada è stata fatta. Alle moderne paralimpiadi partecipano migliaia di atleti da ogni parte del mondo. Sono coinvolte persone con ogni tipo di disabilità. Lo spettacolo è garantito, le gare sono avvicncenti. I nuovi regolamenti impongono prestazioni importanti per poter accedere ad una Paralimpiade. Tutto intorno si comincia a muovere una macchina poderosa: la copertura dei media cresce di edizione in edizione, basti pensare che per una TV satellitare le paralimpiadi di Vancouver hanno avuto un audience superiore al sei nazioni di rugby; Gli sponsor stanno aumentando e molti atleti sono diventati testimonial importanti.

Oggi non si parla più di disabili. Si parla di atleti, di sportivi, di campioni. Diversamente abili. Si parla di persone, di uomini e di donne, ragazzi e ragazze, che hanno trovato nello sport un'occasione di rilancio, di stimolo e di riscatto. Nello sport paralimpico non c'è più spazio per pietismo e compassione. E' un mondo nuovo, entusiasmante, fatto di persone felici, che sorridono, che non si piangono addosso. E' un mondo di atleti che vivono le loro aspettative, ansie, emozioni da sportivi veri, con gioia, dolore e sofferenza.

Le paralimpiadi di Londra 2012 saranno l'ennesima dimostrazione delle capacità di questi ragazzi e ragazze. Della loro determinazione, del loro coraggio, della loro voglia di non arrendersi mai. Sarà il simbolo della capacità di donne e uomini di aver saputo trasformare un destino avverso in una incredibile opportunità. Alle paralimpiadi di Londra 2012 vedremo centinaia, migliaia di ragazzi che sono solo la punta di diamante di un movimento molto vasto e dinamico. Ragazze e ragazzi che speriamo possano essere da esempio per tutti coloro che ancora non hanno avuto l'opportunità di poter scoprire i vantaggi e i benefici che possono derivare dal praticare attività sportiva.

Donne e uomini, ragazze e ragazzi, che speriamo diano una ulteriore spallata a quella cortina di ipocrisia, a quelle barriere culturali che ancora circondano questo mondo. Questo sarà il successo più bello ed importante delle prossime Paralimpiadi di Londra 2012.

In bocca al lupo ragazzi!

fonte | Ability Channel
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