5 gennaio 2008

Comincia dai piedi il calcio dei campioni

Riportiamo questo articolo tratto dalla Gazzetta dello Sport che fa un pò il punto della situazione del mercato dei maggiori Brands come Adidas, Nike, Diadora e Lotto, riferito al mondo del Calcio.

«Papà me le compri le scarpe di Totti? », «Mamma me le compri le scarpe di Kakà». «Nonno me le regali le scarpe di Ibra?». Cari genitori, preparatevi al tormento dei vostri figli. Tra pochi giorni scatterà l'invasione mediatica. A giugno c'è l'Europeo di calcio e le aziende stanno sbrigando gli ultimi dettagli: mega location, eventi spettacolo, presentazione col testimonial più importante del super tecnologico modello da lanciare sul mercato. A cifre non inferiori ai 200 euro.
SALASSO
La scarpetta o «scarpino » da calcio dei sogni è diventato un salasso. Bene che vada una vecchia Puma King, la leggenda di Maradona, costa 140 euro, una splendida Copa Mundial Adidas, se la trovate, idem. Ma se il figliolo, per fortuna non gioca ancora in Italia, è un fan di Deco preparatevi a sborsare 259 euro per la Umbro SX. Difficile convincere il ragazzino ad accontentarsi del modello economico da 45 euro. Infatti è studiata per gli adulti da dopolavoro.
TESTIMONIAL
Il potere delle scarpe è nelle mani dei testimonial. Adidas e Nike hanno le stelle Kakà e Ibra; Asics ne ha 140 tra A e B, tra questi Suazo e Quagliarella; Lotto punta fortissimo su Luca Toni, Seedorf e Giuseppe Rossi e ha scaricato Dida; Mizuno lavora con l'inossidabile Roberto che gira i ritiri convincendo i calciatori, Umbro è tornata in Italia con Crespo, Diadora ha Totti e Inzaghi. Puma ha la Nazionale, Buffon e Cassano. Reebok ha Sheva ed Henry. Sono loro, a volte strapagati a volte no, a determinare le vendite. Perché il mercato che fa più gola alle aziende è quello dei ragazzini. Lì si gioca la partita.
MERCATO
Adidas in Italia, secondo una società di rilevazione dei consumi del settore, ha il 22% del mercato. Nike il 20. Lotto è la prima azienda italiana col 12%. Vende 200 mila pezzi da calcio e circa 150 mila per il calcetto che è un modello differente, ma va a traino del calcio come marchio e tendenza. Segue Puma e poi Diadora. Il resto è di Asics e Mizuno che, però, hanno principalmente un prodotto top e ipertecnico e quindi non vanno tantissimo sulla massa.
MATERIALI
Il top per chi ama il calcio è sempre la scarpa in pelle di canguro nera. Sembra superata, ma è ancora la più efficiente, la più bella, la più reale. Dagli anni 90 è arrivato di tutto. In particolare microfibra. Per leggere la cartella stampa di un nuovo prodotto, bisogna fare un attento studio. Le novità sono tante. Si parla di materiali che migliorano l'effetto, la potenza del tiro. Il giocatore chiede semplicemente comodità. Ne consuma mediamente 10-12 paia a stagione. Poi ci sono i «casi» tipo Seedorf che le cambia in continuazione. Come Maradona. Matthäus si accontentava di due all'anno. Un paio a 13 tacchetti, l'altro paio a 6. Per i calciatori professionisti vengono studiate le scarpe per inserire i tacchetti più congeniali. Quelle vendute al pubblico non hanno questa particolarità. Lotto ha già lanciato l'innovazione per il nuovo anno, assieme ad Ergovisionlab (centro di ricerca italiano all'avanguardia sugli studi sull'ergonomia dell'uomo: il sistema Twist'n go, un tacchetto rotante sotto il «punto pivot» nel piede per i cambi di direzione che permette di ridurre il dispendio di energia e ridurre il rischio di infortuni. Eppure c'è chi come Michele Ferri o Fabio Galante gira i negozi cercando le vecchie Copa Mundial.
Si parla poco delle vecchie Pantofola D'Oro e delle Tepa Sport, rifatte in versione sneakers.
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