La Polfer di Reggio Calabria ha eseguito la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti degli ex vertici del Comitato italiano arbitri: il presidente Giovanni Garibotti, Giovanni Battista Montella, responsabile del Settore commissari speciali e Alessandro Campera, designatore dei commissari speciali.
I tre, indagati anche per associazione per delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio e alla frode in competizioni sportive, sono stati denunciati dopo un anno e mezzo di indagini, insieme a 53 arbitri e commissari, appartenenti al Cia, organo tecnico della Federazione italiana pallacanestro.
Le indagini riguardano anche alcuni presidenti di squadre che richiedevano l’invio di arbitri “compiacenti”. I reati contestati sono abuso d’ufficio e frode in competizioni sportive per avere, nelle stagioni sportive 2007/2008 e 2008/2009, condizionato le graduatorie arbitrali e condizionato alcune gare del campionato di basket.
Gli arbitri ed i commissari indagati, residenti in svariate regioni italiane, appartengono alle categorie A dilettanti maschile - A1 femminile; B maschile-A2 femminile, C maschile - B Femminile.
Nei giorni scorsi la polizia postale di Reggio Calabria ha acquisito una ingente mole di documenti presso la sede di Roma della Federazione italiana pallacanestro, relativa agli anni agonistici che vanno dal 2006 ad oggi, ancora al vaglio degli inquirenti.
Secondo la polizia, dalle indagini è emerso che negli ultimi anni il sistema delle valutazioni degli arbitri era pesantemente condizionato dai vertici del Comitato italiano arbitri, i quali, già prima delle partite, stabilivano i voti da dare agli arbitri designati, decidendo quindi, a priori, senza tener conto della prestazione effettuata dagli stessi, e già all’inizio dell’anno, chi degli arbitri dovesse salire o retrocedere.
Le indagini sono state avviate nella seconda metà del 2007, dopo che alcuni arbitri (uno di Reggio Calabria, uno di Caserta e uno di Pesaro) avevano denunciato di essere stati vittime di un sistema corrotto e l’esistenza di un’organizzazione che condizionava giudizi e arbitraggi, determinando l’avanzamento in carriera di alcuni e la penalizzazione e retrocessione di altri.
Sempre secondo gli investigatori, le prime ipotesi di reato sono state commesse durante una partita svoltasi a Reggio Calabria nel settembre 2007. La Procura di Reggio ha quindi delegato la Polizia Postale a procedere con le indagini, attraverso una serie di intercettazioni telefoniche e telematiche durate circa un anno. In breve la scoperta che i tre denunciati penalizzavano gli arbitri “non consenzienti alle loro indicazioni”, facendoli retrocedere, favorendo quegli arbitri che si attenevano alle disposizioni ricevute.
Attraverso gli arbitri consenzienti, i tre favorivano alcune squadre a danno di altre, determinando promozioni e retrocessioni di diverse squadre: gli incontri oggetto d’indagine, allo stato, riguardano alcune squadre di Toscana, Umbria e Sicilia. L’indagine prosegue con l’audizione dei soggetti coinvolti, compresi i presidenti di alcune squadre, dalle cui dichiarazioni la magistratura attende sviluppi.
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