29 maggio 2009

Migliorate gambe, addome e glutei con l'Acquagag Attack

Chili di troppo localizzati, scarso tono muscolare, in estetismi dovuti alla ritenzione idrica o alla cellulite, sono alcuni dei problemi più comuni che interessano le gambe, l’addome e i glutei e che affliggono tutte le donne alla prese con la temuta prova bikini. Dimenticate le estenuanti e noiose ore di fitness in palestra e dedicatevi a una nuova disciplina: l’acquagag attack.
L’acquagag attack è un corso di fitness in acqua che offre un lavoro mirato per rassodare, snellire e modellare le zone critiche del corpo femminile, e cioè glutei, addominali e gambe. L’acquagag attack si svolge a corpo libero in piscina, con l’acqua al petto ed è pensato come un’alternanza di fasi aerobiche e di fasi di lavoro muscolare che si protraggono per circa 7 o 8 minuti ciascuna.
Le fasi aerobiche prevedono brevi coreografie a base di spostamenti in acqua che vengono costruite progressivamente e poi ripetute per almeno 4 volte. Le fasi di potenziamento muscolare si basano su un lavoro d’insieme: non più monotone ripetizioni di un solo movimento che fa lavorare solo una parte del corpo, ma una concatenazione di movimenti che coinvolgono allo stesso tempo gambe addominali e glutei.

Queste brevi sequenze, che vengono ripetute più volte, si svolgono sul posto: per mantenere l’equilibrio e la postura corretta, contrastando le spinte che il corpo riceve dai vortici d’acqua creati dai movimenti stessi, tutta la muscolatura si attiva ed è costretta a rimanere in concentrazione costante. Pur accentuando il lavoro muscolare, anche le fasi di tonificazione hanno un ritmo vivace e mantengono elevata la frequenza cardiaca, a vantaggio del consumo calorico.

Una lezione di acquagag attack ha una durata media di 50 minuti, nei quali il gruppo lavora a corpo libero, anche se possono essere usati dei piccoli attrezzi come le idrocavigliere, per intensificare l’esercizio, oppure una specie di lungo cilindro galleggiante.

Nell’acquagag attack non esiste una parte iniziale di riscaldamento: si comincia subito con la prima fase cardiovascolare, che deve avere un crescendo di intensità per accompagnare l’organismo alla frequenza cardiaca e alla temperatura ideali. Gli ultimi cinque minuti vendono dedicati allo stretching, con esercizi che allungano la colonna vertebrale e allentano la muscolatura affaticata, specialmente quella delle gambe.

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