12 maggio 2009

Shock nel rugby australiano: abusi di gruppo sulle donne

La cultura del sesso di gruppo radicata nel rugby australiano, e il codice di silenzio che la protegge, sono emersi in piena luce in un programma Tv trasmesso ieri sera, che ha rivelato gravi episodi di cui erano protagonisti alcune delle star della National Rugby League (Nrl). Il programma Four Corners, dell'emittente di stato Abc, ha documentato come il sesso di gruppo e gli stupri, alimentati dall'alcool, siano endemici nello sport professionista, e ha riportato dettagli e interviste su diversi episodi risalenti fino al 2002.

Un donna identificata solo come Clare ha raccontato come sia stata sottoposta ad un tormento di due ore, in cui ha dovuto fare sesso con diversi giocatori della squadra Cronulla di Sydney in un hotel di Christchurch in Nuova Zelanda sette anni fa, mentre altri guardavano e si masturbavano. Ha detto di essersi sentita umiliata e traumatizzata, che la sua vita è stata distrutta, che da allora ha sofferto di stress post traumatico e ha tentato più volte il suicidio. «Se avessi una pistola li ucciderei. Li odio. Sono disgustosi, li vorrei morti», ha detto. Fra i rugbisti che ha identificato, l'ex giocatore e noto presentatore sportivo Tv Matthew Jones, che ha ammesso la sua partecipazione, si è detto pentito, ma ha sostenuto che il sesso era consensuale. La denuncia della giovane fu oggetto di indagini della polizia neozelandese, ma nessuno fu incriminato.

Secondo il programma Tv, il caso è solo uno dei molti in cui le ragazze, che a volte accettano di fare sesso con un solo giocatore, vengono sottoposte a simili abusi. Gli incidenti di sesso di gruppo sono tradizionalmente percepiti come mezzo per facilitare l'affiatamento di squadra, ed un simile trattamento degradante delle donne persiste in alcune aree dello sport, nonostante numerose iniziative intraprese dai club negli ultimi anni, hanno detto esperti intervistati.

Il direttore esecutivo della Nrl, David Gallop, in nome del rugby australiano ha presentato scuse formali per l'incidente in Nuova Zelanda e per tutti gli altri, che ha definito «dolorosi e indifendibili». Tutti i giocatori debbono accettare le necessità di cambiare atteggiamento verso le donne, oppure «uscire dal gioco», ha detto. Ha tuttavia sottolineato che negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi, con programmi speciali, nell'educare i giocatori su come trattare le donne.

fonte: Il Messaggero
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