13 luglio 2009

Dal Galles il nuovo sport estremo: il Coasteering

Arriva dalle coste del Galles, dove è nata a metà degli anni 80, la disciplina-novità del 2009, il Coasteering. L'idea di base è semplice: camminare lungo una costa. Per essere davvero divertente, però, l'itinerario deve proporre una buona dose di scogli e passaggi poco praticabili, tali da costringere chi vuole proseguire a gettarsi in mare.

Un gioco vario e adrenalinico che unisce nuoto, tuffi, trekking, facili arrampicate e (a volte) kayak, adatto a tutte le età e che, se praticato in compagnia di esperti del luogo, non presenta particolari pericoli. E' come giocare in un Aquafun, solo che qui è tutto vero e naturale.

In Italia il primo a presentare questa disciplina è stato Simone Cecchi della Toscana Adventure Team, che ha individuato come zone adatte al coasteering le scogliere livornesi tra Calafuria e Quercianella e quelle tra Populonia e Piombino. In seguito si è spinto nelle Cinque Terre, in Liguria, che in fatto di scogliere e luoghi di grande suggestione non tradiscono mai.

"Quando ho iniziato mi sentivo un pesce fuor d'acqua", confessa Simone. "Ma ben presto mi sono reso conto che il coasteering piace davvero e ha una stagionalità davvero lunga. L'autunno e la primavera, per esempio, garantiscono scogliere deserte e le mute in neoprene riparano dal freddo".

L'attrezzatura viene, di solito, fornita dall'organizzazione (gruppi da 3 a 5 persone per guida). Per chi vuole fare da sé sono necessari: muta da 3 o 5 mm anche per proteggere da urti accidentali, casco da sport d'acqua o alpinismo, scarpe con una buona suola che tenga sugli scogli bagnati, giubbotto salvagente.

Meglio però non rinunciare a una guida che ben conosca i punti delle scogliere dove è meno complicato passare, la profondità dei fondali e l'andamento delle maree che possono rendere impraticabile un tratto che in un diverso orario sarebbe facilissimo.

Categories:

0 commenti:

Posta un commento

    Followers

    Visualizzazioni totali