Finisce con un boato, quello del Marassi blucerchiato che abbraccia Castellazzi, Cassano, Pazzini e tutti i suoi beniamini. La Sampdoria respira un'aria che mancava da tanto, troppo tempo: da quello scudetto targato Vialli e Mancini, anno 1991. Perché al Ferraris cade anche la corazzata Inter, 1-0: Pazzini, su assist di Mannini, corona una partita maschia, d'orgoglio, dei sampdoriani, capaci di imbrigliare i nerazzurri fino a trovare lo spazio per la stilettata decisiva. Con Cassano a disturbare Maicon e Castellazzi a volare a deviare e respingere tutti i tentativi avversari, con Palombo piovra e geometra a centrocampo, gli uomini di Del Neri hanno retto alle offensive e alla maggiore qualità della truppa Mourinho e hanno regalato una notte da favola ai tifosi, una notte da capolista.
SORPRESE TRIDENTI - Le due squadre sono scese in campo offrendo conferme e sorprese: Mourinho ha scelto subito le tre punte (Balotelli, Etòo e Milito) per ovviare all'assenza di Sneijder e spaventare Palombo e compagni. Del Neri ha optato per una mini rivoluzione, dettata dall'esigenza di sostituire Semioli (infortunato) sulla fascia destra e garantire alla difesa la giusta copertura. Ecco così Bellucci a fare da play maker per le due punte Cassano e Pazzini, il giovanissimo Poli (neppure 20 anni) a gestire la manovra di centrocampo, Lucchini affiancato a Gastaldello al centro della difesa e Ziegler a spingere sulla fascia sinistra. Le scelte apparentemente azzardate del tecnico si sono invece dimostrate perfette: Bellucci ha svariato sulla trequarti spostandosi su tutto il fronte offensivo e non concedendo punti di riferimento agli avversari, Poli è stato la rivelazione della partita, la difesa ha retto, anche se con qualche tentennamento, e Ziegler ha affondato spesso sulla fascia limitando gli affondi di Maicon. L'Inter ha cominciato compassata, affidandosi più spesso alla sua fisicità che alla tecnica.
leggi il resto dell'articolo sul Corriere dello Stadio
SORPRESE TRIDENTI - Le due squadre sono scese in campo offrendo conferme e sorprese: Mourinho ha scelto subito le tre punte (Balotelli, Etòo e Milito) per ovviare all'assenza di Sneijder e spaventare Palombo e compagni. Del Neri ha optato per una mini rivoluzione, dettata dall'esigenza di sostituire Semioli (infortunato) sulla fascia destra e garantire alla difesa la giusta copertura. Ecco così Bellucci a fare da play maker per le due punte Cassano e Pazzini, il giovanissimo Poli (neppure 20 anni) a gestire la manovra di centrocampo, Lucchini affiancato a Gastaldello al centro della difesa e Ziegler a spingere sulla fascia sinistra. Le scelte apparentemente azzardate del tecnico si sono invece dimostrate perfette: Bellucci ha svariato sulla trequarti spostandosi su tutto il fronte offensivo e non concedendo punti di riferimento agli avversari, Poli è stato la rivelazione della partita, la difesa ha retto, anche se con qualche tentennamento, e Ziegler ha affondato spesso sulla fascia limitando gli affondi di Maicon. L'Inter ha cominciato compassata, affidandosi più spesso alla sua fisicità che alla tecnica.
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