È tra le discipline sportive più dure e impegnative al mondo e i suoi atleti migliori sono in grado di compiere i cento metri piani in poco più di 11 secondi nonostante l'elevato peso corporeo, che oltrepassa spesso i cento chili. Ma il football americano, per motivi ancora non del tutto chiariti, è uno sport che potrebbe mettere a serio rischio la salute del cuore. A sottolinearlo è l'autorevole rivista medica Journal of the American Medical Association.
Da uno studio condotto da ricercatori dell'Union Memorial Hospital di Baltimora è emerso infatti che una grande maggioranza degli atleti americani della NFL, la National Football League, soffre di elevata pressione sanguigna, con un'incidenza del disturbo che arriva al 90% nei giocatori con elevato peso corporeo, come ad esempio i defensive tackle della prima linea difensiva, e che raggiunge il 78% negli atleti con peso corporeo nella norma, come i running back. Il tutto, sottolineano i ricercatori, rispetto alla media d'incidenza di questo disturbo che è pari al 30% nella popolazione comune di giovani con età compresa tra i 24 e i 35 anni.
“Il loro colesterolo HDL (quello "buono") è in genere al di sotto della norma e i livelli di trigliceridi sono elevati, entrambi segnali di rischio cardiovascolare”, ha commentato Alfred Bove, presidente dell'American College of Cardiology.
Non sono ancora chiari i motivi di questi valori riscontrati nei giocatori di football americano, sostengono gli autori dello studio, che hanno preso in esame un campione di 505 atleti appartenenti a 12 squadre della NFL statunitense. L'elevata pressione sanguigna potrebbe infatti essere ricondotta all'eccessivo carico di lavoro durante gli allenamenti, al ricorso frequente ai farmaci analgesici e antinfiammatori o all'elevato consumo di sale nei cibi. Ipotesi che dovranno essere prese in esame in ulteriori studi che analizzino a fondo i rischi cardiovascolari associati alla pratica del football americano.
fonte: Yahoo Salute
Da uno studio condotto da ricercatori dell'Union Memorial Hospital di Baltimora è emerso infatti che una grande maggioranza degli atleti americani della NFL, la National Football League, soffre di elevata pressione sanguigna, con un'incidenza del disturbo che arriva al 90% nei giocatori con elevato peso corporeo, come ad esempio i defensive tackle della prima linea difensiva, e che raggiunge il 78% negli atleti con peso corporeo nella norma, come i running back. Il tutto, sottolineano i ricercatori, rispetto alla media d'incidenza di questo disturbo che è pari al 30% nella popolazione comune di giovani con età compresa tra i 24 e i 35 anni.
“Il loro colesterolo HDL (quello "buono") è in genere al di sotto della norma e i livelli di trigliceridi sono elevati, entrambi segnali di rischio cardiovascolare”, ha commentato Alfred Bove, presidente dell'American College of Cardiology.
Non sono ancora chiari i motivi di questi valori riscontrati nei giocatori di football americano, sostengono gli autori dello studio, che hanno preso in esame un campione di 505 atleti appartenenti a 12 squadre della NFL statunitense. L'elevata pressione sanguigna potrebbe infatti essere ricondotta all'eccessivo carico di lavoro durante gli allenamenti, al ricorso frequente ai farmaci analgesici e antinfiammatori o all'elevato consumo di sale nei cibi. Ipotesi che dovranno essere prese in esame in ulteriori studi che analizzino a fondo i rischi cardiovascolari associati alla pratica del football americano.
fonte: Yahoo Salute
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