6 aprile 2010

Il Taping Neuromuscolare - quando i cerotti aiutano i campioni

Capita spesso di vedere sul corpo di alcuni atleti strisce di adesivo colorato, strani cerotti dalle tinte sgargianti posti a x, a y, o curiosamente intrecciati quasi a sembrare un tatuaggio, una scelta di look. Potrebbero sembrare l’ultima moda degli sportivi, un vezzo da campioni o, perché no, un rituale scaramantico. Nossignori. E allora cosa sono quelle bande colorate che si notano con sempre maggior frequenza su braccia, gambe e addome di moltissimi sportivi?

Una cosa seria. Si chiama Taping (da tape, o nastro in italiano) Neuromuscolare, una tecnica correttiva, meccanica e sensoriale, che favorisce una migliore circolazione sanguigna e linfatica nell’area da trattare. Ideata nel 1973 in Giappone dal fisioterapista Kenzo Kase, questa tecnica si basa su un concetto terapeutico che agevola i gesti tecnici. A differenza del bendaggio convenzionale, che ha come scopo la limitazione del movimento dei muscoli o delle articolazioni, la stimolazione Taping Neuromuscolare si basa infatti su una filosofia totalmente differente, che si propone di permettere totale libertà di movimento, facilitando il processo naturale di guarigione in tantissime patologie.

È l'ideale nella cura di muscoli, nervi e organi in situazioni post-traumatiche, in fisioterapia o anche semplicemente per migliorare il rendimento sportivo. I muscoli sono trattati con un nastro elastico (le famose “strisce colorate”), non farmacologico, che non rilascia cioè sostanze chimiche ma permette una più facile contrazione muscolare e un più ampio movimento articolare, attivando così le difese corporee per aumentare i tempi di guarigione.

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