A “tavolino” la tappa di oggi era favorevole per partire all’attacco degli avversari ed all’assalto del primato del Rally di Tunisia 2010. E come accade ad un grande Campione in queste circostanze, buona parte delle previsioni tattiche si rivelano azzeccate… salvo che, talvolta, subentrano eventi inopportuni e del tutto imprevedibili che assumono un ruolo decisivo.
Tra Douz e Nekrif, in quella che era anunciata come una delle tappe più dure e faticose del Rally appena iniziato, Marc Coma ha interpretato alla perfezione il ruolo del Campione di talento, imprimendo alla corsa un ritmo pressochè insostenibile. È il ruolo del purosangue alle prese con il momento chiave dell’attacco. Al centesimo dei 286 chilometri della speciale di 286, su un terreno duro ed accidentato particolarmente infido, Marc Coma, aveva azzerato lo svantaggio dalla testa della corsa, e sessanta chilometri più avanti, al rifornimento, il fuoriclasse spagnolo si era presentato in testa alla speciale ed al Rally, con un vantaggio destinato ad incrementarsi ulteriormente nei restanti chilometri della prova.
Era stato previsto che, all’assistenza, Coma avrebbe sostituito il pneumatico posteriore, per proseguire nell’attacco con tutte le sue armi affilate. Ma all’assistenza Marc non ha trovato né i suoi tecnici né, tantomeno, il pneumatico. Dopo aver atteso invano, restituendo agli avversari tutto il vantaggio accumulato, Coma si è risolto a ripartire per concludere la speciale ad andatura ridotta, ma a venti chilometri dalla fine la gomma e la mousse hanno ceduto definitivamente. Al traguardo Marc è giunto con un ritardo considerevole, per scoprire che la tappa così ben avviata si concludeva con la frustrazione di quasi mezz’ora di ritardo dal vincitore, Francisco Lopez.
Marc Coma, Pilota Ufficiale KTM 1 Forall Motorsport. “È quella che si dice una giornata NO! Ma nelle corse bisogna sapere accettare anche questo genere di contrarietà. Tutto è filato liscio come l’olio fino all’assistenza. Ho guidato forte, e raggiunto in fretta Lopez che era partito pima di me. Attaccando su questo tipo di terreno sapevo che avrei consumato in fretta le gomme, ma avevamo pianificato il cambio all’assistenza. Ma quando sono arrivato non c’era nesssuno. Ho aspettato un po’ poi sono ripartito, consapevole che stavo per gettare al vento tutto quello che avevo costruito nella prima parte della speciale. Niente da fare, ci siamo fatti sorprendere come dei cadetti. Vai a sapere che è capitato ai meccanici! “Bueno”: queste sono le gare. Ieri avevo tre minuti di ritardo, stamani ero in testa al Rally con un buon margine, stasera ci dispiaceremo per il nuovo, e più consistente ritardo, quasi mezz’ora. Evidentemente la gara è ancora lunga e da soffrire, posso ancora farcela, e certamente la cosa migliore è cancellare in fretta le brutte sensazioni per ripartire concentratto all’attacco della prossima tappa”.
Tra Douz e Nekrif, in quella che era anunciata come una delle tappe più dure e faticose del Rally appena iniziato, Marc Coma ha interpretato alla perfezione il ruolo del Campione di talento, imprimendo alla corsa un ritmo pressochè insostenibile. È il ruolo del purosangue alle prese con il momento chiave dell’attacco. Al centesimo dei 286 chilometri della speciale di 286, su un terreno duro ed accidentato particolarmente infido, Marc Coma, aveva azzerato lo svantaggio dalla testa della corsa, e sessanta chilometri più avanti, al rifornimento, il fuoriclasse spagnolo si era presentato in testa alla speciale ed al Rally, con un vantaggio destinato ad incrementarsi ulteriormente nei restanti chilometri della prova.
Era stato previsto che, all’assistenza, Coma avrebbe sostituito il pneumatico posteriore, per proseguire nell’attacco con tutte le sue armi affilate. Ma all’assistenza Marc non ha trovato né i suoi tecnici né, tantomeno, il pneumatico. Dopo aver atteso invano, restituendo agli avversari tutto il vantaggio accumulato, Coma si è risolto a ripartire per concludere la speciale ad andatura ridotta, ma a venti chilometri dalla fine la gomma e la mousse hanno ceduto definitivamente. Al traguardo Marc è giunto con un ritardo considerevole, per scoprire che la tappa così ben avviata si concludeva con la frustrazione di quasi mezz’ora di ritardo dal vincitore, Francisco Lopez.
Marc Coma, Pilota Ufficiale KTM 1 Forall Motorsport. “È quella che si dice una giornata NO! Ma nelle corse bisogna sapere accettare anche questo genere di contrarietà. Tutto è filato liscio come l’olio fino all’assistenza. Ho guidato forte, e raggiunto in fretta Lopez che era partito pima di me. Attaccando su questo tipo di terreno sapevo che avrei consumato in fretta le gomme, ma avevamo pianificato il cambio all’assistenza. Ma quando sono arrivato non c’era nesssuno. Ho aspettato un po’ poi sono ripartito, consapevole che stavo per gettare al vento tutto quello che avevo costruito nella prima parte della speciale. Niente da fare, ci siamo fatti sorprendere come dei cadetti. Vai a sapere che è capitato ai meccanici! “Bueno”: queste sono le gare. Ieri avevo tre minuti di ritardo, stamani ero in testa al Rally con un buon margine, stasera ci dispiaceremo per il nuovo, e più consistente ritardo, quasi mezz’ora. Evidentemente la gara è ancora lunga e da soffrire, posso ancora farcela, e certamente la cosa migliore è cancellare in fretta le brutte sensazioni per ripartire concentratto all’attacco della prossima tappa”.
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