
Ventitre giocatori, scelti da un solo uomo che dovrà essere capace di sopportare il peso dei macigni lanciati dai critici, pronti a pugnalarti a ogni passo e a ogni scelta sbagliata, ma anche corretta. Perdi? Sei un idiota, hai sbagliato tutto, lo avevamo detto che dovevi convocare Tizio e Caio. Vinci? Si ok, sei stato fortunato perché Sempronio ha vissuto un mese magico, irripetibile, toccando magari l'apice di una modesta carriera.
Il calcio è anche questo: siamo tutti tecnici, siamo tutti selezionatori, siamo tutti critici. E non stiamo parlando solo di Italia e di Lippi, anzi. Pensiamo ad esempio a quello che hanno scatenato nelle ultime ore le scelte dei vari Dunga, Maradona e il solito Domenech, rispettivamente tecnici di Brasile, Argentina e Francia, ovvero squadre che tra un mese scenderanno in campo con l'obiettivo di sollevare la Coppa del Mondo nella finalissima dell'11 luglio. Mai come in occasione delle convocazioni delle varie nazionali vige la regola del "chi non c'è ha sempre ragione", perché scorrendo le varie liste salta subito all'occhio l'assenza di un giocatore e non la presenza di qualche new-entry. Ma come, è l'anno dell'Inter e Maradona lascia fuori Zanetti e Cambiasso con Milito che rischia seriamente di fare la stessa fine? E Dunga? Baptista e Doni sono oramai dei comodini a Trigoria e lui se li porta al posto di Ronaldinho o Pato e Julio Sergio? Assurdo.
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