17 giugno 2010

Mondiali 2010 - Francia da incubo, quasi fuori dal mondiale

E' il 17 giugno, ma stanotte per il Messico è un nuovo 5 maggio. Come quello del 1862, quando a Puebla la nazione dell'America Latina respinse gli invasori francesi e che da sempre è la data dell'orgoglio. Orgoglio che splende sotto la luce di due stelle, entrambe spedite in campo nella ripresa dalla vecchia volpe Aguirre: quella nascente di Javier Hernandez, l'Hugo Sanchez del terzo millennio, protagonista della prima stoccata alla Francia al 19' della ripresa; e quella quasi al tramonto ma ancora lucente di Cuauhtemoc Blanco, l'inventore del dribbling a saltello, la Cuauhtemiña, e autore del definitivo 2-0 su rigore che spedisce definitivamente la Francia verso l'eliminazione dal Mondiale.

HERNANDEZ, UN NOME PER LA STORIA - Classe 1988, figlio d'arte della leggenda del calcio centroamericano Luis, il primo messicano nella storia del Manchester United: 'El Chicarito' il suo soprannome, letteralmente un 'Pisellino' sotto il materasso di Domenech che ha trasformato la notte di stasera in un incubo per il ct della Francia, ora costretta a vincere contro il Sudafrica ma con la consapevolezza che potrebbe benissimo non bastare, se Uruguay e Messico si divideranno la posta nell'ultima, decisiva giornata. La sensazione è che per i transalpini e il loro commissario tecnico l'avventura sudafricana sia ormai al capolinea.

BLANCO, DALL'ADDIO AL RITORNO - Per una luce che inizia a splendere, una che sembrava si fosse ormai spenta: solo due anni fa Blanco infatti annunciava nell'Azteca di Città del Messico l'addio alla Nazionale, dopo esserne stato un pilastro per un decennio ed aver guadagnato fama mondiale per il suo celebre dribbling. Ma la chiamata del Mondiale è stata fortissima, più forte delle promesse: e il suo rigore, pietra tombale sulla partita, è la sua rincorsa vinta alla Storia al 35' della ripresa.

fonte: Corriere dello Sport
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