C'è la maglia azzurra della Bianchi, quella rosa del Giro del '40, il casco indossato al Vigorelli nel '42 nella prova per conquistare il record mondiale e la sua bici da pista. E ancora lettere dei fan, ritagli di giornali, filmati, tantissime foto, gli scoop del suo amore con la Dama Bianca e i titoli di copertina con il drammatico annuncio della sua morte. Il mito del Campionissimo, il corridore più veloce dell'epoca d'oro del ciclismo, atleta tra i più popolari di tutti i tempi e mito di generazioni di italiani, Fausto Coppi (Castellania 1919- Tortona 1960) rivive da ieri nelle sale del Vittoriano con la mostra che ne celebra gioie e dolori nel cinquantenario della sua morte.Fausto Coppi - Il campionissimo, questo il titolo del viaggio tutto in volata delle sue molte vittorie e di qualche drammatica sconfitta, che rimarrà aperto fino al 31 ottobre e che è stato inaugurato alla presenza del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, del sottosegretario Francesco Maria Giro e del direttore generale per la Valorizzazione dei Beni culturali, Mario Resca.
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