11 ottobre 2010

Viaggio nelle scaramanzie del calcio

Il nuovo fortino inespugnabile è il “Nereo Rocco”, un tempo sinonimo di catenaccio, oggi stadio della Triestina diventato celebre alla terza giornata per le sue tribune con gli spettatori dipinti, ideate per fare un po’ di colore e ovviare in modo provocatorio alla carenza di sostenitori veri.

La cosa sembra aver funzionato, non tanto per gli spettatori paganti (rimasti sempre quelli), quanto per i giocatori, che hanno trovato il loro nuovo talismano. Davanti ai suoi “tifosi”, la Triestina non prende mai gol: 1-0 con il Pescara, 0-0 con il Padova, 3-0 al Crotone, ultima impresa lo 0-0 con il temibile Siena. Nessun avversario riesce a sfondare quel muro di cartone con gli spettatori dipinti: troppa la pressione dei loro occhi e del loro silenzio.

E in un mondo scaramantico come quello del calcio, c’è da starne sicuri, la cosa potrebbe far riflettere qualcuno, trasformando l’eccezione nella prassi. Come il famoso cappotto-portafortuna di Ulivieri, che l’allenatore indossava anche d’estate, l’impermeabile giallo del presidente Spinelli, le calze rosse di Costantino Rozzi, la cravatta di Galliani.

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