9 dicembre 2010

Champions League - per i diritti TV è guerra tra SKY e Mediaset

Dietro la Champions League vigono interessi noti ormai a chiunque. Pensate quanta rilevanza ha l'acquisto dei diritti televisivi, ad esempio, e la rilevanza dello scontro Sky-Mediaset vi sarà subito chiara, lampante. Partiamo dalla notizia: al termine del bando di gara, indetta dalla Uefa tramite l'agenzia Team, il gruppo di Rupert Murdoch ha acquistato le partite del triennio che va dal 2012 al 2015, quando passeranno di diritto le prime due qualificate e una sola disputerà i preliminari.

Sky, per capirci, ha comprato le partite del martedì, dunque anche la finale e il pacchetto 'B 3-16' con la
seconda scelta degli incontri del martedì e del mercoledì. noltre: il pacchetto non esclusivo degli highliths di entrambe le giornate preferendo non aggiudicarsi l'esclusiva sul mercoledì. E Mediaset? Niet, niente. Fuori dai giochi.

Con una certa soddisfazione di Tom Mockridge che ha dichiarato: "Sono molto lieto per la prosecuzione dei nostri rapporti con l'Uefa - ha spiegato l'ad di Sky Italia - un partner importante". Certo, la questione non può che sollevare polemiche. In effetti anche la Rai è tornata in corsa per il pacchetto del mercoledì. Insomma, Mediaset non ci sta e non ci vuole stare. E il tono del comunicato ne è l'evidente constatazione: "Abbiamo lavorato per garantire a tutti di vedere la Champions League - ha fatto sapere Marco Giordani, ad Mediaset - ma prendiamo atto che l’offerta ha pochissimo del razionale considerando il valore del prodotto".

La nota aziendale non ha toni più pacati: "Mediaset prende atto che Sky ha abusato della propria posizione dominante accaparrandosi tutti i diritti tv pay di un evento internazionale. Il valore offerto è al di fuori di ogni logica economica e motivato dalla volontà di eliminare la concorrenza e privare i telespettatori della scelta di quale offerta tv guardare. Come successe per il Mondiale 2010. Per questo invoca la massima vigilanza da parte dell’Authority Antitrust affinché i diritti per il digitale terrestre, la piattaforma più diffusa nel Paese, siano rimessi sul mercato a condizioni eque e non discriminatorie".

fonte: Virgilio Notizie
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