9 febbraio 2012

Rugby, per iniziare a giocare...

Per iniziare a giocare: le regole fondamentali
Il gioco da proporre ai piccoli non è il “rugby in piccolo” ma il “rugby per i piccoli”.
Il comune denominatore è rappresentato dall’utilizzo del medesimo attrezzo, dei principi e delle regole fondamentali:

- come segnare la meta - il giocatore per segnare deve appoggiare il pallone a terra con una leggera pressione delle mani nell’area di meta avversaria.
- Come fermare un giocatore con la palla, il placcaggio - L’attaccante può essere fermato da un’azione di uno o più difensori che lo mettono a terra con un gesto che avviene usando le braccia e stringendo l’avversario dalla cintola in giù. Il giocatore placcato deve lasciare il pallone immediatamente (regola del tenuto). Il placcato deve rimettersi in piedi prima di fare qualsiasi intervento.
- Passaggio non avanti - il pallone può essere passato solo ad un compagno posizionato indietro o lateralmente, non in avanti. La regola è applicata anche ogni volta che un giocatore perde il controllo del pallone e questo cade in avanti.
- Fuorigioco - facciamo riferimento al giocatore che davanti al compagno portatore del pallone non può ricevere il passaggio.

Con queste poche regole, che vengono introdotte per gradi e all’occasione (principi metodologici che ci suggeriscono di far precedere il semplice al complesso e il conosciuto all’ignoto) si inizia a giocare.
La progressione che utilizziamo più frequentemente quando il contesto ce lo consente (sicurezza dell’ambiente) e la finalità è condivisa, è di iniziare subito a giocare solo con la regola della meta, prese ovviamente tutte le precauzioni sul piano della sicurezza e sensibilizzati i ragazzi alla responsabilità verso la propria e altrui integrità: viene pertanto espressamente fatto divieto di fare sgambetti, proiettarsi a spallate contro un giocatore, afferrare al volto o al collo, far roteare il giocatore per la maglietta, eccetera.
Gli attaccanti possono quindi correre con il pallone fra le mani e passarlo in qualsiasi direzione, ai difensori è consentito impossessarsi del pallone, bloccare il portatore (e solo lui) o effettuare un placcaggio. Quest’ultimo in verità mai presente ai primi approcci essendo un gesto non trasferibile da esperienze motorie pregresse.

Successivamente inseriamo la regola del passaggio non avanti e del fuorigioco e, in seguito all’apprendimento della tecnica del placcaggio, che per ragioni di sicurezza va insegnato con una specifica progressione, nascerà l’esigenza condivisa della regola relativa al tenuto. Questa evoluzione solitamente avviene nel giro di pochi incontri anche se l’interiorizzazione di queste regole attraversa tutto il primo ciclo.
Nell’organizzazione del gioco per i principianti è bene prevedere gruppi di massimo 7/9 giocatori per squadra in un’area di gioco variabile in rapporto all’età, alle capacità degli allievi e all’obiettivo di facilitare l’evitamento o di creare più occasioni di lotta per il possesso. In genere dai 2 ai 4 m di larghezza per ogni giocatore ed una lunghezza variabile dai 30 ai 40 m. Dal rispetto di queste semplici regole, che caratterizzano il gioco del rugby, il principiante scopre i “principi fondamentali”: avanzare e sostenere che, applicati con continuità, individualmente e collettivamente, in attacco come in difesa, portano a raggiungere l’obiettivo del gioco, ovvero segnare la meta.

Per saperne di più: Il rugby per gioco. S. Rea - S. Marcantognini. Perugia: Calzetti & Mariucci, 2011.
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