25 settembre 2012

L’utilizzo del taping kinesiologico nello sport

L’utilizzo del taping kinesiologico nello sport non è certo una novità, ma mai come nelle ultime Olimpiadi si sono visti tanti atleti d’élite “incerottati” con nastri di varie forme e colori. C’è chi dice che si tratti di una moda come tante, ma in realtà questa tecnica riabilitativa e rieducativa, nata circa quarant’anni fa, si basa su principi ineccepibili e solide validazioni scientifiche. Scopriamone i segreti con l’aiuto del prof. Rosario Bellia, presidente dell’Associazione Italiana Taping Kinesiologico.

Quando è nato il taping kinesiologico?
Il taping elastico è stato ideato nel 1973 da un chiropratico giapponese; fu poi sviluppato e divulgato in tutto il mondo. Il suo ingresso ufficiale nel settore professionale internazionale è datato 1988, quando fu utilizzato alle Olimpiadi di Seoul e quindi diffuso negli Usa e in Europa. Inizialmente utilizzata solo in ambito sportivo, oggi questa metodologia è applicata per il 25% nello sport e per il 75% in riabilitazione generale. Il taping kinesiologico è un metodo innovativo ed efficace di applicare il nastro elastico e ha la sua origine nella kinesiologia applicata, da cui prende il nome. Il suo ideatore ha attribuito grande importanza alla muscolatura, in una visione funzionale globale: i muscoli non sono solo necessari al movimento, ma sono in grado di influenzare la circolazione sanguigna, linfatica e la temperatura corporea.

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