Partecipare a Wimbledon come spettatore è praticamente un lavoro. Si parte a settembre dell’anno precedente quando si invia una richiesta al All England Club per ricevere il modulo di prenotazione. Non è un affare per i perditempo perchè bisogna scrivere una lettera, imbustarla, affrancarla e allegare una busta e un francobollo per la risposta.
Una volta ricevuto il modulo si partecipa al ballot, la lotteria, in cui si seleziona il giorno e il campo in cui si vorrebbe presenziare e si spera di essere estratti. Solo pochi fortunati riceveranno a primavera dell’anno successivo la lieta novella. Per tutti gli altri l’alternativa rimane andare a Londra, passare la notte nei pressi dell’entrata principale e poi fare la coda. Una lunga, estenuante, meravigliosa coda che ti porta nel “tempio” del tennis. Immaginativi di imbarcarvi in questa impresa e una volta varcato il cancello del circolo più famoso del mondo non trovare nessuno. Vuoto.
È lo scenario di quello che potrebbe accadere nel 2012, l’anno delle Olimpiadi a Londra, che si giocheranno proprio a Wimbeldon a due mesi di distanza dal torneo. L’erba della regina potrebbe rimanere immacolata se i giocatori porteranno avanti il loro insano, per ora abbozzo di pensiero. È un problema di soldi, ovviamente. Non c’è alcuna lotta, poesia o rivendicazione.
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È lo scenario di quello che potrebbe accadere nel 2012, l’anno delle Olimpiadi a Londra, che si giocheranno proprio a Wimbeldon a due mesi di distanza dal torneo. L’erba della regina potrebbe rimanere immacolata se i giocatori porteranno avanti il loro insano, per ora abbozzo di pensiero. È un problema di soldi, ovviamente. Non c’è alcuna lotta, poesia o rivendicazione.
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