Ai Giochi di Pechino 2008 ha conquistato otto medaglie in una sola olimpiade, ha vinto tutto e raggiunto ogni traguardo. Sono passati più di quattro anni e un’altra Olimpiade. Si è ritirato. Oggi il fenomeno assoluto della storia del nuoto sta imparando a vivere e a godersi la vita: il nuotatore statunitense Michael Phelps si racconta al direttore Gabriele Romagnoli nell'intervista di copertina del primo numero dell'anno di GQ, in edicola da giovedì 3 gennaio.
E quindi, che cosa fai adesso? «Rifletto. Mi guardo indietro». A ventisette anni? Non è troppo presto? «Era il mio progetto. Ottenere tutti i risultati che mi ero prefisso e ritirarmi prima dei trent’anni. Ho rispettato la tabella di marcia». Se ci fosse stato un altro record da battere, dopo il maggior numero di medaglie in una sola olimpiade, un record qualsiasi, avresti continuato? «No, guarda, non è questione di record. Ho avuto tutti quelli che volevo. È che ho l’impressione esista altro. Che la vita abbia in serbo qualcosa di più soddisfacente di un altro record». Michael, e se quel qualcosa non esistesse? «Io credo di sì». Che cosa, per esempio? «Avere una famiglia, dei figli. Le medaglie le ho, queste cose mi mancano». Che cosa hai scoperto in questa nuova vita, che prima non avevi? «Una cosa: la libertà. Ho passato vent’anni a fare cinque ore in piscina tutti i santi giorni, sai che cosa vuol dire?» Troppa libertà non ti spaventa? «Per adesso mi piace. Quando nuotavo, in quelle cinque ore non pensavo a niente, svuotavo la testa…». Sembra una cosa zen , tipo meditazione… «Non so, è quel che facevo. Adesso penso, la mattina, quando resto a letto, invece di andare in piscina». Mark Spitz (nuotatore statunitense ritiratosi dall'attività agonistica dopo sette medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi del 1972 ndr) era così devastato da tutto quello che anche tu hai conosciuto che sparì dalla circolazione… «Io sono diverso, più come Michael Jordan: voglio aiutare il mio sport a crescere e quindi voglio stare tra la gente». Se qualcuno avesse bisogno di te per battere un record, di Phelps in quarta frazione a Rio, lo faresti? «Io mi sono ritirato». Non torneresti per nessuna ragione al mondo, per nessuno al mondo? «A certi livelli lo sport è anche egoismo». Quando eri bambino tutte le vasche erano piene, tutti sbracciavano e alzavano schiuma, perché tu sei arrivato e gli altri no? «Mi sono impegnato di più». Che cosa ti aiuterà a vincere anche fuori dall’acqua? «La stessa cosa che mi ha aiutato in acqua: la volontà».
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E quindi, che cosa fai adesso? «Rifletto. Mi guardo indietro». A ventisette anni? Non è troppo presto? «Era il mio progetto. Ottenere tutti i risultati che mi ero prefisso e ritirarmi prima dei trent’anni. Ho rispettato la tabella di marcia». Se ci fosse stato un altro record da battere, dopo il maggior numero di medaglie in una sola olimpiade, un record qualsiasi, avresti continuato? «No, guarda, non è questione di record. Ho avuto tutti quelli che volevo. È che ho l’impressione esista altro. Che la vita abbia in serbo qualcosa di più soddisfacente di un altro record». Michael, e se quel qualcosa non esistesse? «Io credo di sì». Che cosa, per esempio? «Avere una famiglia, dei figli. Le medaglie le ho, queste cose mi mancano». Che cosa hai scoperto in questa nuova vita, che prima non avevi? «Una cosa: la libertà. Ho passato vent’anni a fare cinque ore in piscina tutti i santi giorni, sai che cosa vuol dire?» Troppa libertà non ti spaventa? «Per adesso mi piace. Quando nuotavo, in quelle cinque ore non pensavo a niente, svuotavo la testa…». Sembra una cosa zen , tipo meditazione… «Non so, è quel che facevo. Adesso penso, la mattina, quando resto a letto, invece di andare in piscina». Mark Spitz (nuotatore statunitense ritiratosi dall'attività agonistica dopo sette medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi del 1972 ndr) era così devastato da tutto quello che anche tu hai conosciuto che sparì dalla circolazione… «Io sono diverso, più come Michael Jordan: voglio aiutare il mio sport a crescere e quindi voglio stare tra la gente». Se qualcuno avesse bisogno di te per battere un record, di Phelps in quarta frazione a Rio, lo faresti? «Io mi sono ritirato». Non torneresti per nessuna ragione al mondo, per nessuno al mondo? «A certi livelli lo sport è anche egoismo». Quando eri bambino tutte le vasche erano piene, tutti sbracciavano e alzavano schiuma, perché tu sei arrivato e gli altri no? «Mi sono impegnato di più». Che cosa ti aiuterà a vincere anche fuori dall’acqua? «La stessa cosa che mi ha aiutato in acqua: la volontà».
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