Negli ultimi dieci anni c'è uno sport che è cresciuto in modo esponenziale nel mondo. Pare, secondo alcune rilevazioni, che venga praticato in 42 Paesi. Mica male, pensando a quanto fosse pionieristico fino a poco tempo fa. E' l'ultimate frisbee, diffusissimo ormai anche in Italia.
SETTE CONTRO SETTE — Innanzitutto, le regole, a grandi linee. Si gioca sette contro sette su un campo rettangolare lungo 100 metri e largo 37, con due aree di meta. L'obiettivo è di segnarne 19, di mete: in caso di parità, vince chi arriva per primo a 21. Una volta in campo i giocatori si lanciano il frisbee cercando di avvicinarsi all'area di meta. Il lanciatore, però, lo può fare solo da fermo entro 10 secondi: al massimo ruotando il piede perno. I compagni, invece, possono correre. L'avversario può intercettare il disco o costringere all'errore un rivale. Presa mancata del frisbee uguale cambio di possesso.
FAIRPLAY — La cosa divertente è che si gioca senza arbitro. Il contatto fisico non è consentito, ma domina il fairplay: ovvero, ciascuno è "arbitro di se stesso". Il presupposto è che tutti debbano rispettare le regole del gioco, senza cercare di imbrogliare. In altre parole, non si ostacola un avversario che sta correndo, non esistono raddoppi di marcatura, e quando c'è una controversia tutti si fermano. Salvo poi riprendere dallo stesso punto.
UOMINI E DONNE — L'ultimate frisbee è nato nel 1968 in California. Tecnicamente l'hanno inventato gli hippy, ma ormai è diventato uno sport praticato in buona parte degli States. L'Ultimate Players Association conta 30mila iscritti, con un incremento del 168% dal 2003. Un terzo è rappresentato da donne. Sono proprio le signore il motore rombante del movimento. Tanto che ormai non si può più parlare di suddivisioni tra circuito femminile e maschile. Un altro bel vanto per questo sport.
fonte: gazzetta.it
SETTE CONTRO SETTE — Innanzitutto, le regole, a grandi linee. Si gioca sette contro sette su un campo rettangolare lungo 100 metri e largo 37, con due aree di meta. L'obiettivo è di segnarne 19, di mete: in caso di parità, vince chi arriva per primo a 21. Una volta in campo i giocatori si lanciano il frisbee cercando di avvicinarsi all'area di meta. Il lanciatore, però, lo può fare solo da fermo entro 10 secondi: al massimo ruotando il piede perno. I compagni, invece, possono correre. L'avversario può intercettare il disco o costringere all'errore un rivale. Presa mancata del frisbee uguale cambio di possesso.
FAIRPLAY — La cosa divertente è che si gioca senza arbitro. Il contatto fisico non è consentito, ma domina il fairplay: ovvero, ciascuno è "arbitro di se stesso". Il presupposto è che tutti debbano rispettare le regole del gioco, senza cercare di imbrogliare. In altre parole, non si ostacola un avversario che sta correndo, non esistono raddoppi di marcatura, e quando c'è una controversia tutti si fermano. Salvo poi riprendere dallo stesso punto.
UOMINI E DONNE — L'ultimate frisbee è nato nel 1968 in California. Tecnicamente l'hanno inventato gli hippy, ma ormai è diventato uno sport praticato in buona parte degli States. L'Ultimate Players Association conta 30mila iscritti, con un incremento del 168% dal 2003. Un terzo è rappresentato da donne. Sono proprio le signore il motore rombante del movimento. Tanto che ormai non si può più parlare di suddivisioni tra circuito femminile e maschile. Un altro bel vanto per questo sport.
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