25 maggio 2009

Vinci lo stress in palestra con le discipline orientali

Musica nuova in palestra. I ritmi sincopati dell'aerobica lasciano il passo a melodie orientali, più adatte a chi pratica discipline come yoga, tai chi chuan o chi kung. Sempre più diffuse anche in Italia. E perfino le arti marziali 'esterne', i combattimenti una volta riservati a pochi appassionati e ora resi popolari da film come 'Kung Fu Panda', si affermano per quello che sono: esercizi in grado di dare equilibrio e serenità a chi li pratica, indipendentemente dall'età e dal sesso.

A confermarlo un numero crescente di studi. Con risultati a volte eclatanti, come quello di un lavoro coordinato dalla Harvard Medical School e pubblicato su 'Plos One', secondo il quale rilassamento e meditazione ottenuti con tecniche come lo yoga agiscono addirittura a livello genico, aumentando le difese dell'organismo. Più concreti i suggerimenti che arrivano da Thomas Woodward, responsabile del centro di Medicina di Urgenza dell'Università del Wisconsin, che all'argomento ha dedicato un'ampia rassegna: "Le arti marziali sono più sicure di altri sport e sono un metodo piacevole ed efficace per promuovere il benessere e la forma fisica".

Le ragioni le spiega Mario Mandrà, uno dei massimi esponenti del kung fu in Italia, responsabile del centro Tana dei Dragoni di Milano: "Il fitness occidentale crea un corpo forte ma rigido, le arti marziali cinesi propongono movimenti flessuosi che nascono dall'osservazione degli animali". Adatti a tutte le età, per chi deve crescere in modo armonioso e per chi vuole mantenersi giovane. Ma anche sport veri e propri. Uno studio realizzato da Arsenio Veicsteinas dell'Università di Milano sugli atleti della nazionale di karate mostra che il loro allenamento coinvolge tutti i meccanismi della produzione di energia, sia quello aerobico, tipico degli sport di resistenza come ciclismo o maratona, che quello anaerobico di discipline come i 100 metri o il lancio del peso. Certo si tratta di dati che riguardano atleti in gara: "La buona notizia", spiega Veicsteinas, "è che chi dà il massimo impegnandosi in una gara amatoriale mette in atto, compatibilmente con le proprie capacità, lo stesso meccanismo metabolico dei campioni".

Anche chi pratica da anni attività apparentemente soft come yoga o tai chi si assicura un corpo da atleta: riduzione della massa grassa, buona densità ossea, miglioramento della funzionalità respiratoria e cardiovascolare. "Molti arrivano allo yoga per rilassarsi, e dei benefici fisici si accorgono solo col tempo", osserva Veicsteinas. Mentre uno studio pubblicato qualche mese fa sull''American Journal of Public Health' mostra che chi pratica tai chi chuan lo fa prima di tutto per mantenersi in forma, e solo in seconda battuta per ridurre lo stress o perché interessato alla cultura orientale. Che però è il vero segreto dell'efficacia di queste pratiche.

"La medicina occidentale presta attenzione ai diversi segmenti che vengono messi in movimento, quella cinese all'energia che determina il movimento", spiega Lucio Sotte, medico e direttore della 'Rivista italiana di medicina tradizionale cinese". L'obiettivo insomma non è la forza muscolare, ma il controllo dell'energia vitale e la flessibilità che servono a sconfiggere quell''ingorgo di energia' che per la medicina cinese è la causa prima della malattia. E principi non molto diversi sono alla base della tradizione yoga. "Bisogna imparare a esercitare solo i muscoli necessari per realizzare la posizione richiesta, liberando il corpo da tensioni inutili", spiega Eros Selvanizza, presidente della Federazione italiana yoga e docente presso la facoltà di scienze motorie dell'Università di Parma. In questo modo si impara a risparmiare energia, poi si riesce a farlo anche quando si risponde al telefono o si scrive al computer.

Uno dei risultati sono ossa più solide - studi dell'Università di Hong Kong confermano l'effetto del tai chi chuan sulla densità ossea in donne post menopausa - flessibilità articolare e maggior equilibrio che previene il rischio di cadute. "Oggi siamo abituati a camminare su terreni piatti e privi di ostacoli. Le posture, particolari caratteristiche di queste tecniche, ci riportano a un tipo di esercizio fisiologico cui non siamo più allenati", osserva Veicsteinas. Anche discipline apparentemente soft garantiscono un buon allenamento: "Il tai chi chuan, ad esempio, nonostante l'apparente facilità è un esercizio intenso e complesso. Che tra l'altro mette in movimento i piccoli muscoli che normalmente restano bloccati sotto le grandi fasce muscolari", spiega Laura Autru Brandimarti, responsabile dell'associazione Chen Man Ching di Milano.

fonte: espresso.repubblica.it
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