3 agosto 2009

Roma 2009 dietro le quinte: debiti, annunci e progetti mancati

I MONDIALI di nuoto di Roma hanno prodotto tre risultati positivi, e regalato tanta propaganda. Necessaria per far dimenticare da dove si era partiti e che cosa stava accadendo, necessaria per far dimenticare affaracci, inchieste, violazioni, cantieri mai finiti. Furbizie e approssimazioni, anche in corso d'opera.

La propaganda. Come accade negli anni dello sport "show business", come accade quando un media di prima fila - la Rai, nella fattispecie - è proprietario dei diritti televisivi e quindi primo promotore dell'evento (che non è più solo un evento sportivo, ma ha implicazioni di business e amministrazione di una città, di politica sportiva e politica tout court), dal primo giorno i responsabili di "Roma 2009" hanno fatto a gara per comparire davanti alle telecamere e dire a due milioni di spettatori: "È stato un successo". L'hanno fatto, in una competizione, questa sì, personale, Giovanni Malagò presidente del Comitato organizzatore e Paolo Barelli presidente della Federazione italiana nuoto. Scattava uno ad osannare in diretta la figlioccia Federica Pellegrini, i suoi ori, e dopo un quarto d'ora arrivava l'altro a dire che l'intero evento era stato un trionfo su cui non si avrebbero dovuto avere dubbi preventivi. Partiva uno, in riva al fangoso mare di Ostia, e baciava la medaglia di Valerio Cleri nel fondo, poi arrivava l'altro dicendo che quell'oro era figlio del fatto che la federazione aveva scelto l'area di gara (e di allenamento). Sette giorni prima un maestrale di forza medio-bassa aveva fatto saltare il pontile dell'arrivo appena posato, ma quella figuraccia no, non era figlia dell'organizzazione, della Federnuoto.

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