5 ottobre 2009

Il pilates e la terza età

Come possiamo definire il Pilates? Non ci si sbaglia se lo definiamo un metodo di ginnastica posturale, funzionale al raggiungimento del giusto equilibrio del corpo, sempre più mortificato da una vita stressante, sia a livello fisico che mentale.
Il nostro corpo, si sa, si adatta all’ambiente che lo circonda e, per così dire, lo “inquina”. Con questa espressione intendo dire che lo costringe ad assumere una serie di atteggiamenti errati, viziati, che col tempo si trasformano in vere e proprie patologie.
“La vecchiaia è un confronto iniquo tra i desideri e la possibilità sempre più ridotta di soddisfarli, a causa dei tabù della società contemporanea o della condizione del corpo, oppure per paura di essere addittati come incapaci” (Claude Olievenstein).
Da questa frase, impegnativa ma ricca di significati, si evince l’importanza che può assumere il Pilates con un’utenza senior. La motivazione è davvero semplice: questo metodo dall’aspetto dolce e rilassante consente di eliminare una serie di tensioni che spesso sono la causa principale di atteggiamenti viziati; inoltre, permette di entrare in intimo contatto con se stessi, facendo scoprire le maggiori potenzialità del corpo.
Una fase fondamentale della lezione di Pilates è il riscaldamento, che potrà decretare l’eventuale successo di tutta la lezione.

Il riscaldamento Pilates si suddivide in:
• Esercizi di attivazione: consentono di localizzare e preparare i gruppi muscolari che eserciteremo nella fase successiva.
• Esercizi di rilassamento: aiutano a disperdere la tensione che si accumula, favorendo la concentrazione. Tali tensioni possono dare luogo a posture scorrette, come l’irrigidimento o l’incurvamento delle spalle, l’eccessivo avanzamento o la retrazione del capo, una marcata iperlordosi lombare. Una volta che si riesce ad eliminare, o quantomeno a ridurre, le tensioni, la postura migliora all’istante e in maniera conscia per l’allievo.

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