Una sfida. L’ennesima, da quando, nel 2003, una tremenda infezione a seguito di un’influenza trascurata, gli ha fatto perdere tutti e quattro gli arti e il naso.
Fulvio Marotto, domenica 14 marzo, sarà al via della Treviso Marathon. Correrà – anzi, pattinerà - da Vittorio Veneto al capoluogo della Marca, mescolandosi alle migliaia di protagonisti di una delle maratone italiane più attese della stagione.
Prima di ammalarsi, Fulvio Marotto faceva il meccanico. E continua a farlo. Un po’ per necessità (riceve una pensione di invalidità di 250 euro). Un po’ per passione, perché l’abilità che ha sviluppato in anni di lavoro nella sua officina di Villorba, alle porte di Treviso, gli permette di dedicarsi allo studio e alla costruzione di protesi che poi lui stesso sperimenta.
Ad immaginarselo al via di una gara di atletica, il pensiero non può che andare a Oscar Pistorius, l’uomo che, grazie a due appendici di carbonio, riesce (nelle gare di velocità) a sfidare gli atleti che corrono sulle proprie gambe.
Tra Marotto e l’atleta sudafricano c’è qualche somiglianza. La passione per lo sport, ad esempio. Fulvio si è costruito delle protesi che gli consentono non solo di camminare e condurre una vita normale, ma anche di sciare, correre in moto, pattinare, governare il kayak.
L’officina di Villorba è diventata una fucina di idee: Fulvio ha depositato un brevetto per un sistema di guida alternativo sia per normodotati che per disabili. E, con un gruppo di amici, ha creato il “Laboratorio Marotto”, un’associazione che si propone di offrire ad altri la possibilità di usufruire delle sue invenzioni, reperendo fondi che consentano di proseguire nello sviluppo di ulteriori prototipi.
Marotto è uno sportivo: lo scorso settembre ha preso parte, in bici, alla maratona ciclistica Treviso-Campobasso (oltre 700 chilometri) allo scopo di raccogliere fondi per i disabili dell’Abruzzo colpito dal terremoto. Ma la maratona, a cui parteciperà, grazie anche alla collaborazione della Polisportiva Casier, con delle protesi pensate per il pattinaggio, è una sfida nuova. Fulvio non ha mai corso, sulle proprie gambe, per così tanti chilometri. In gara, tantomeno. Il traguardo di Treviso l’aspetta. Scommettiamo che ce la farà?
www.trevisomarathon.com
Fulvio Marotto, domenica 14 marzo, sarà al via della Treviso Marathon. Correrà – anzi, pattinerà - da Vittorio Veneto al capoluogo della Marca, mescolandosi alle migliaia di protagonisti di una delle maratone italiane più attese della stagione.
Prima di ammalarsi, Fulvio Marotto faceva il meccanico. E continua a farlo. Un po’ per necessità (riceve una pensione di invalidità di 250 euro). Un po’ per passione, perché l’abilità che ha sviluppato in anni di lavoro nella sua officina di Villorba, alle porte di Treviso, gli permette di dedicarsi allo studio e alla costruzione di protesi che poi lui stesso sperimenta.
Ad immaginarselo al via di una gara di atletica, il pensiero non può che andare a Oscar Pistorius, l’uomo che, grazie a due appendici di carbonio, riesce (nelle gare di velocità) a sfidare gli atleti che corrono sulle proprie gambe.
Tra Marotto e l’atleta sudafricano c’è qualche somiglianza. La passione per lo sport, ad esempio. Fulvio si è costruito delle protesi che gli consentono non solo di camminare e condurre una vita normale, ma anche di sciare, correre in moto, pattinare, governare il kayak.
L’officina di Villorba è diventata una fucina di idee: Fulvio ha depositato un brevetto per un sistema di guida alternativo sia per normodotati che per disabili. E, con un gruppo di amici, ha creato il “Laboratorio Marotto”, un’associazione che si propone di offrire ad altri la possibilità di usufruire delle sue invenzioni, reperendo fondi che consentano di proseguire nello sviluppo di ulteriori prototipi.
Marotto è uno sportivo: lo scorso settembre ha preso parte, in bici, alla maratona ciclistica Treviso-Campobasso (oltre 700 chilometri) allo scopo di raccogliere fondi per i disabili dell’Abruzzo colpito dal terremoto. Ma la maratona, a cui parteciperà, grazie anche alla collaborazione della Polisportiva Casier, con delle protesi pensate per il pattinaggio, è una sfida nuova. Fulvio non ha mai corso, sulle proprie gambe, per così tanti chilometri. In gara, tantomeno. Il traguardo di Treviso l’aspetta. Scommettiamo che ce la farà?
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