28 luglio 2010

Le donne non amano la competizione sportiva

Per gli adolescenti maschi, l’idea di primeggiare in una competizione sportiva è sufficiente ad abbattere qualsiasi timore della gara, ma per le giovani ragazze l’idea di dover gareggiare contro gli altri è associata a un maggior senso di depressione e di solitudine.

A dimostrarlo è stata una ricerca condotta da ricercatori statunitensi della California State University in collaborazione con la University of Texas, secondo i quali il benessere psicologico delle ragazze aumenterebbe, invece, nel caso di una competizione contro se stesse, ovvero quando un’atleta è chiamata a migliorare le proprie performance.

Dopo aver sottoposto a dei questionati psicologici un campione di 110 ragazzi e ragazze della scuola superiore di Dallas, in Texas, i ricercatori hanno dimostrato come lo stato psicologico delle ragazze, al contrario di quello dei ragazzi, peggiorasse quando le giovani erano chiamate ad affrontare una competizione sportiva di gruppo, mostrando un maggior senso di depressione, solitudine e distanza affettiva dagli altri.

Al contrario, sia i ragazzi sia le ragazze sperimentavano un miglior senso di benessere quando erano chiamati a migliorare le loro performance in ambito sportivo. “I risultati dello studio mettono in mostra, per certi versi, l’ambivalenza della cultura occidentale in merito alla competitività sportiva”, sostiene l’autore della ricerca David Hibbard.

Da un lato, infatti, la competitività costituisce una via verso il benessere psicologico, ovvero quando gli individui sono chiamati a migliorare le proprie performance sportive e a superare se stessi. Dall’altro lato, le ragazze sembrano pagare un eccessivo prezzo socio-emozionale quando la competizione significa dover per forza vincere e dover primeggiare sugli altri, conclude il ricercatore.

fonte: Health Yahoo!
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