12 ottobre 2010

Triathlon - Fontana si arrende a Kona

Daniel non ha concluso l'Ironman delle Hawaii di sabato 9 ottobre. Decisivo il penalty preso nel ciclismo, quando era in ottima posizione.

Non c'è sorriso al ritorno dalle Hawaii per Daniel Fontana. Il campionato del Mondo di Ironman si è rivelato osso durissimo. Ma non è stato tanto il tracciato a tagliare fuori il vicecampione mondiale di 70.3, quanto un penalty preso nella frazione ciclistica.
Qui è venuto fuori l'orgoglio dell'atleta di classe, che si è tradotto in una sfuriata eccessiva per una prova di questo livello. Era un momento in cui il calcolo e l'esperienza dovevano fare da padrone, e invece Daniel ha risposto con l'istinto. E su un Ironman, su questo Ironman soprattutto, proprio non ce lo si può permettere.
L'eccessivo sforzo di Fontana per rientrare sul gruppone di testa ha fatto saltare l'equilibrio sul quale si basa una prova come questa.
Al primo anno su questa distanza, l'atleta si può comunque ritenere soddisfatto della stagione, nella quale ha fatto terzo in Sudafrica e vinto il 70.3 di Mergozzo.Era una stagione nella quale maturare esperienza, e così è stato.

La gara
La classica fuga in acqua di Andy Potts permette all'americano di guadagnare circa 3 minuti. Fontana nuota bene e senza eccessivo sforzo. Esce 17mo dall'acqua, in un gruppone che include praticamente tutti i favoriti, staccati tra loro di pochissimi secondi.
Questo fa in modo che si formi un gruppo in bici, in cui le distanze per evitare le scie talvolta vengono meno. Poco prima del giro di boa Daniel viene fermato per scia. 4' minuti. Daniel perde ovviamente i riferimenti importanti, ma anche la fiducia, oltre a raffreddarsi muscolarmente.
Al rientro tenta di ricucire il gap. Lo sforzo è eccessivo. Fontana arriva in T2 stremato e decide di ritirarsi. Il Ford Ironman World Championship è stata vinta dall'australiano McCormack, al secondo centro personale.

Daniel Fontana: "Una prima considerazione sul campo gara, davvero di altissimo livello. Una seconda sul percorso, molto più duro di quanto immaginassi vedendo le altimetrie. Inoltre c'era caldo e molto vento. Ma non voglio cercare scuse. Ho peccato d'ingenuità tre volte. La prima pensando di poter fare una gara da atleta protagonista, senza avere l'esperienza per farlo. La seconda nel gioco delle scie che si crea, inevitabilmente, nel plotone di testa. Nell'Ironman non ho un nome internazionale "pesante" che mi potesse tutelare. Dovevo stare più attento. La terza ingenuità l'ho compiuta cercando di rientrare sui primi, quando dovevo rimettermi sul passo senza strafare. C'è delusione, ovvio, non si può nascondere. Ma è stata
un'esperienza indispensabile, dal quale trarre importanti spunti per il futuro".

Simone Diamantini (tecnico): "Il livello professionistico di chi gareggia in queste prove è impressionante. Non c'è solo la preparazione, ci sono anche molti altri aspetti da tenere conto, che vanno dai materiali, all'alimentazione prima e durante la prova, alla tattica, alla gestione della crisi. Solo a Kona ci siamo veramente resi conto di quanto si possa e si debba crescere per poter competere in questa gara. Sono
convinto che Daniel possa diventare un protagonista di questa distanza, ma mi rendo conto che tutto dev'essere rivisto sull'esperienza maturata. Abbiamo pagato un prezzo pesante, alle Hawaii, era inevitabile farlo. Ci vorrà del tempo, ma ce la faremo".

La società e l'atleta ci tengono a ringraziare tutti gli sponsor, da CMB a S-manie, da Stella Azzurra a X-Cape, oltre naturalmente a Principia, Schwalbe, AquaSphere, Akron, Jolly Wear, fino all'ultimo partner che si è unito al supporto, ovvero Hotelplan Italia, per lo sforzo di appoggio all'impresa.

www.ddsport.it
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