20 novembre 2012

Attività fisica e massa ossea

Si ritiene che il picco di massa ossea sia raggiunto entro la fine del terzo decennio di vita; una bassa massa ossea rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di osteoporosi. La massa ossea è determinata fondamentalmente a livello genetico, ma anche l’esercizio fisico vigoroso, che esprime un carico sull'osso, ha un notevole impatto sul contenuto minerale delle ossa (BMC), sulla densità (BMD) e sulla dimensione della parte corticale. L’American Society for Bone and Mineral Research ha recentemente pubblicato un ampio studio longitudinale svedese effettuato su giovani uomini adulti per determinare se una maggiore quantità di attività fisica in età adulta fosse associata a uno sviluppo favorevole di densità minerale ossea areale (ABMD) e volumetrica (vBMD), e nella geometria dell'osso corticale.
Sono stati studiati 1068 giovani, di età media 24 anni, per un periodo di 5 anni. Un questionario standardizzato autosomministrato è stato utilizzato per raccogliere informazioni sui modelli di attività fisica sia all’inizio che durante lo studio. BMC e ABMD sono stati misurati utilizzando dual energy X-ray assorbimetria, mentre vBMD e la geometria delle ossa sono stati misurati mediante tomografia computerizzata quantitativa periferica.
Le attività sportive sono state suddivise in base all’impatto: alle attività che prevedono azioni salto (per esempio ginnastica, pallamano, basket) è stato attribuito un punteggio di 3; alle attività che richiedono forza esplosiva (per esempio calcio, tennis, hockey su ghiaccio) è stato attribuito un punteggio di 2; alle altre attività a basso impatto (per esempio jogging), è stata dato un punteggio di 1. Le attività senza impatto (nuoto, ciclismo) hanno avuto un punteggio di 0.

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