Sabato sera la Federtennis celebrerà i cento anni della sua storia con la “Festa del secolo” all’Auditorium di Roma, un’occasione perfetta anche per ricordare i trionfi di questa stagione di Francesca Schiavone al Roland Garros, del team azzurro in Federation Cup, e di Flavia Pennetta al Wta Championships di doppio. La serata verrà presentata da Massimo Caputi, una delle voci principali di Supertennis, canale tematico della federazione, e Max Giusti, showman appassionatissimo di Tennis.
L’aver organizzato tale evento è ovviamente una scelta da apprezzare: meno da applaudire invece alcune scelte sugli invitati alla manifestazione che non dovrebbe vedere, clamorosamente, tra i presenti alcuni dei protagonisti della storia del tennis italiano.
Stando a liste ufficiose, in campo maschile incredibilmente non ci dovrebbero esserci Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, ovvero il vincitore del
Roland Garros e Roma nel 1976, unico italiano insieme a Nicola Pietrangeli e Francesca Schiavone ad aver vinto uno Slam in singolare, e tre quarti della squadra di Davis che alzo la Coppa nel 1976 a Santiago del Cile. Assenti anche altri due tennisti simbolo del tennis italiano degli ultimi trent'anni come Paolo Canè e Andrea Gaudenzi.
In campo femminile, invece, mancherebbe Raffaella Reggi, tennista capace di ridare slancio al tennis femminile italiano negli anni ottanta, raggiungendo la 13^ posizione al mondo e partecipando al Masters femminile, prima Azzurra di sempre.
I perchè di certe assenze sono evidentemente legati alle relazioni tutt’altro che eccellenti, per usare un eufemismo, tra i personaggi appena citati e l’attuale gestione della Federtennis con Angelo Binaghi presidente: il caso più eclatante è quello di Panatta, con cui la Federazione ha chiuso in modo unilaterale il rapporto di consulenza per gli Internazionali di Roma con tanto di squalifica sportiva di 5 anni. A questo punto, viene da chiedersi se la festa sia del tennis italiano o di questa Federtennis che non ammette “dissidenti”.
fonte: Virgilio Sport
L’aver organizzato tale evento è ovviamente una scelta da apprezzare: meno da applaudire invece alcune scelte sugli invitati alla manifestazione che non dovrebbe vedere, clamorosamente, tra i presenti alcuni dei protagonisti della storia del tennis italiano.
Stando a liste ufficiose, in campo maschile incredibilmente non ci dovrebbero esserci Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, ovvero il vincitore del
Roland Garros e Roma nel 1976, unico italiano insieme a Nicola Pietrangeli e Francesca Schiavone ad aver vinto uno Slam in singolare, e tre quarti della squadra di Davis che alzo la Coppa nel 1976 a Santiago del Cile. Assenti anche altri due tennisti simbolo del tennis italiano degli ultimi trent'anni come Paolo Canè e Andrea Gaudenzi.
In campo femminile, invece, mancherebbe Raffaella Reggi, tennista capace di ridare slancio al tennis femminile italiano negli anni ottanta, raggiungendo la 13^ posizione al mondo e partecipando al Masters femminile, prima Azzurra di sempre.
I perchè di certe assenze sono evidentemente legati alle relazioni tutt’altro che eccellenti, per usare un eufemismo, tra i personaggi appena citati e l’attuale gestione della Federtennis con Angelo Binaghi presidente: il caso più eclatante è quello di Panatta, con cui la Federazione ha chiuso in modo unilaterale il rapporto di consulenza per gli Internazionali di Roma con tanto di squalifica sportiva di 5 anni. A questo punto, viene da chiedersi se la festa sia del tennis italiano o di questa Federtennis che non ammette “dissidenti”.
fonte: Virgilio Sport
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