23 marzo 2012

Nell'NBA i giocatori recuperano le forze con la crioterapia

I Phoenix Suns usano un sistema all'avanguardia di crioterapia per curare i propri giocatori: dopo ogni partita recuperano le energie entrando in una camera raffreddata a gas fino a -134°C

Se guardiamo le carte d'identità, Steve Nash (classe '74) e Grant Hill (classe '72) sono paragonabili a due "dinosauri" da un punto di vista sportivo. Eppure, il primo è ancora il miglior assist-man dell'intera NBA con più di 11 monete smazzate ad ogni partita, mentre il secondo, nonostante una carriera martoriata da continui infortuni alle caviglie, è un solidissimo titolare da doppia cifra assicurata in 30' di gioco. Ormai siamo talmente abituati a vederli giocare - e bene - che quasi non ci rendiamo conto che gli anni continuano a passare, nella convinzione che Nash possa distribuire passaggi immaginifici ancora per un'altra decade e Grant Hill piazzare il suo tiro dalla media con pulizia di fondamentali quasi commovente per lo stesso periodo di tempo. Eppure, anche se non sembra, anche loro invecchiano, nonostante il rendimento sul campo ne risenta in maniera relativa. Ma c'è un motivo per tutto questo? Forse sì.

Se i bagni nella vasca con ghiaccio sono all'ordine del giorno per ridurre dolori e infiammazioni, i Suns sono una delle quattro squadre NBA a praticare in maniera intensiva la crioterapia attraverso l'utilizzo di un macchinario all'avanguardia dal costo di 50.000 dollari che accelera e intensifica il processo. Al posto di restare immersi per 12 minuti nella vasca cosparsa di cubetti di ghiaccio, i giocatori di Phoenix usano una camera cilindrica raffreddata a gas che, partendo da una temperatura di quasi -50°C, scende fino a -134°C (può raggiungere un massimo di -160°C): vi rimangono per 3 minuti, con la sola testa al di fuori, ruotando ogni 30 secondi.

La temperatura iper-bassa provoca un violento shock sul corpo dei giocatori, costringendolo ad attivare una sorta di "modalità di sopravvivenza" che toglie il sangue dalle estremità concentrandolo attorno agli organi vitali, dove è più ossigenato e ricco di sostanze nutrienti. Una volta terminato il processo, il corpo si rilassa dalla condizione di stress e pompa il sangue arricchito alle estremità dove c'è maggior bisogno, irrorando i muscoli affaticati. Funziona? A quanto pare sì, visto anche che i Suns sono la squadra che ha sofferto il minor numero di infortuni nella stagione.

"Entro nella camera per la crioterapia dopo ogni partita - racconta Grant Hill -. Mi aiuta tantissimo a recuperare, specialmente durante i back-to-back. A volte la uso anche prima delle partite. Penso che nel giro di 5-10 anni ci saranno moltissime squadre che la utilizzeranno, anche a livello di college. Non so esattamente che succede al corpo, ma so benissimo che, quando esco, mi sento benissimo. L'ho provata dopo le partite, nelle mattine dei back-to-back prima e dopo le gare, e ho sempre ottenuto grandi risultati".

fonte | Eurosport
Categories: ,

0 commenti:

Posta un commento

    Followers

    Visualizzazioni totali